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giovedì 14 marzo 2013

Il gioco nell'infanzia

Mai come nelle prime età della vita l'attività ludica è vissuta nella pienezza dei suoi molteplici, e fors'anche insondabili, aspetti. Si manifesta difficile allo sguardo degli adulti comprendere l'universo dei giochi infantili non solo perchè essi sono connotati da dinamiche che sono presto trascurate dal soggetto proiettato precocemente verso il mondo deludificato della metropoli contemporanea, ma anche perchè i bambini attingono con autenticità al proprio "fondamento", riuscendo così a vivificare liberamente il genius ludi. L'essenza del bimbo comica a prendere forma umana, stimolata non poco dalle attività di gioco che intraprende in maniera spontanea o mediante le sollecitazioni provenienti dagli ambienti educativi che frequenta.
Genius ludi quale parte del nucleo originario della natura umana che dischiude il mondo della formazione interiore al mondo esterno per il tramite di un vivere le esperienze, un dispiegare il pensiero, un ricorrere alle potenzialità bio-psichiche e alle risorse spirituali secondo modalità gioiose. Tali modalità si esplicano principalmente, almeno nel bambino, sotto forma del gioco.
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La ludicità, invece, non permette all'uomo di perdere la sua unità: non ci sono età in cui essa non possa essere vissuta, espressa, manifestata piochè costituisce una delle modalità attraverso cui l'uomo dà forma alla propria umanità, nel rapporto con sè stesso, con gli altri,con il mondo. Ed è appunto nell'infanzia che la ludicità esplode nella sua pienezza di fonte di vita. In particolare, nel gioco l'uomo-bambinomostra di essere lì, sussistente in un luogo e in un tempo della storia, della cultura, della tradizione, ma anche ricco della propria unicità umana, da quella bio-psichica a quella spirituale. L'attività ludica coinvolge il soggetto sotto tutti gli aspetti del suo essere uomo e, ancor più, di un essere uomo che si sta formando.
Il gioco trasforma il soggetto dando spazio alle potenzialità di ciascuno poichè il geniu ludi ammanta di significato ogni esperienza vissuta con gioia, filtrata da quell'essere spirituale che l'infanzia conserva integro. Kollerisch richiama quanto, con il passare degli anni, "si è irrigidito diventando realtà". Ebbene, sia lo status dell'essenza umana nell'età infantile sia le potenzialità formative del genius ludi contribuiscono a conservare nell'uomo una flessibilità che impedisce qualsivoglia irrigidimento. Con ciò non si vuole affermare che tanto l'essere del bambino quanto la lucidità siano lontani dalla realtà, bensì si desidera sottolineare come la comune, ampia, e forse inconsueta, libera apertura alle trasformazioni da parte del bambino e della sua attività di gioco non permette alla realtà vitale di diventare statica e presto trascorsa, finita, dimenticabile. E' lo stesso genius ludi ad incentivare una continua ricerca del non ancora sperimentato, dell'ignoto, del fantastico, sostenendo un fertile incontro tra conoscenza ed essere spirituale. Così, il conoscere sostenuto dalla lucidità non corrisponde ad un mero apprendere che, chiamando a sè soltanto, facoltà raziocinanti, irrigidisce la realtà conosciuta. Esso comporta un'acquisizione del mondo esterno che, compenetrandosi con quello interiore, rende l'essere non soltanto ricettivo alle sollecitazioni ma anche capace di elaborarle mediandole attraverso la propria essenza interiore.
Il rapporto ludico con il mondo della vita è esemplare se instaurato spontaneamente dal bambino perchè assolutamente libero e profondamente formativo allo stesso tempo. L'uomo, se gioca, vive e agisce la libertà, a tutte le età.
Il bambino vive la responsabilità formativa di cui è latrice l'attività ludica.
Il bambino che gioca sprofonda dentro se stesso: inizia il suo cammino. La ricchezza formativa del gioco gli impedisce di sfondare la propria umanità annichilendo in processi deformativi. L'attività ludica permette all'uomo di scegliere, vivendo la libertà della sua possibile formazione.

                                                                                                                                              Anna Kaiser

Dal bimestrale "Pedagogia e vita" serie 63: "educare i bambini" numero 6 novembre-dicembre 2005
  

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