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lunedì 11 marzo 2013

Educazione etico-religiosa nell'infanzia

Nella svalutazione dei valori tradizionali oggi evidente, e in modo più specifico di quelli relativi alla famiglia e alla morale, parlare di educazione etico-religiosa nella visione cristiana della vita dell'infanzia e della fanciullezza costituisce un handicap. Il disagio non sta nel descrivere l'eventuale processo educativo, ma nell'interpretare e sostenere tale processo da parte degli educatori (genitori e insegnanti), per i limiti dovuti a fattori interni sia alla vita degli stessi sia a quella degli educandi, immersi come sono nei forti condizionamenti socio-culturali. In questa età, ogni valore potrà essere assimilato se trasmesso attraverso esperienze significative che il soggetto vive nella realtà della sua storia quotidiana, che è vita di famiglia, scuola, di partecipazione alla comunità ecclesiale.
L'educazione infantile richiede che la finalità dello sviluppo della personalità integrale (fisica, psichica, emotiva, sociale, morale e religiosa)faccia riferimento ad alcuni principii che dovrebbero essere presenti sempre nel quotidiano degli ambienti di vita.
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Con riferimento ai documenti ufficiali della Chiesa per l'educazione dei fanciulli, si afferma che anche in questa età l'educazione religiosa scolare entra in dialogo più direttamente con la catechesi, come educazione alla vita di fede, che dovrà avere una dimensione "eminentemente educativa, attenta a sviluppare quelle risorse umane che fanno da substrato antropologico alla vita cristiana". Gli atteggiamenti da educare in questa direzione sia in famiglia sia nella scuola sono "il senso della fiducia, della gratuità, del dono di sè, dell'invocazione, della lieta partecipazione".
L'autorevole invito del magistero ecclesiale incoraggia a interventi educativi sempre più coordinati tra famiglia, comunità ecclesiale, scuola, gruppi associativi. E' vidente il salto di qualità richiesto: l'educazione religiosa dei fanciulli va pensata e attuata nel quadro di una educazione integrale e con l'apporto specifico di ogni ambiente educativo. In tale prospettiva il Dio che gli adulti dovrebbero far conoscere ai fanciulli non è un Dio da cui difendersi, un Dio cui sottrarre vita e felicità, un Dio incostante e malevolo, un Dio che è appostato per cogliere in flagrante, ma il Dio che è padre ed ha cura di tutti i suoi figli.
Qui deve diventare funzionale il coordinamento tra gli educatori dei diversi ambienti di vita in cui lo stesso fanciullo passa parte delle sue giornate. Un rilancio educativo religioso provoca in varie direzioni il coinvolgimento degli adulti educatori, in particolare dei genitori, nel renderli collaboratori dell'educazione religiosa dei figli mediante l'attenzione ai problemi religiosi vissuti e testimoniati nelle vicende ordinarie della vita quoidiana; la testimonianza credibile delle comunità cristiane dove ordinariamente i fanciulli partecipano, in questa età, alla preparazione ai sacramenti dell'iniziazione cristiana; il superamento di una trasmissione quantitativa dei contenuti della fede, sempre riduzionista, a favore della qualità della proposta cristiana che richiede essenzializzazione dei contenuti con l'impegno di calarli nella vita; la messa in atto di uno stile narrativo, di tipo esistenziale, che è concreto e coinvolgente.
In sintesi, l'educazione religiosa si pone nella linea dell'identificazione e dell'appartenenza affettiva. Perciò si richiede attenzione allo sviluppo umano ed alla corrispondenza tra il graduale sviluppo dell'attività razionale e il raggiungimento di una prima essenziale conoscenza del messaggio cristiano, tra la ricerca della propria identità personale e la scoperta della propria realtà di figli di Dio, tra la capacità di autocoinvolgersi nel proprio grupo e l'iniziazione alla vita della comunità cristiana, tra l'assunzione di coscienza del proprio valore e la capacità di mettere i propri doni al servizio degli altri, tra l'assimilazione dei valori e il viverli nel concreto della vita quotidiana.
                                                                                                                                     Giuseppe Morante

Dal bimestrale "Pedagogia e vita" serie 63: "educare i bambini" numero 6 novembre-dicembre 2005

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